Grande partecipazione alla tavola rotonda che si è svolta venerdì 11 Aprile all’Auditorium della Borsa Merci di Arezzo, dal titolo “Il futuro delle Banche: tra innovazione e sfida sociale – Desertificazione bancaria: una scelta inevitabile?” iniziativa promossa dalla Segreteria Regionale UNISIN della Toscana in collaborazione con l’Associazione ASAD CRF.
Un appuntamento di alto profilo che ha visto la partecipazione di istituzioni, rappresentanti del settore bancario e amministratori locali, esponenti del mondo economico e sociale, chiamati a confrontarsi sulle profonde trasformazioni in atto nel mondo del credito.
Moderata dalla giornalista ANSA Barbara Perissi, la discussione ha toccato temi cruciali come l’automazione dei servizi, la chiusura progressiva delle filiali, il digital divide e l’accessibilità per le fasce più vulnerabili della popolazione.
Ha aperto il dibattito il Segretario Generale UNISIN/CONFSAL, Emilio Contrasto, che ha fornito dati significativi sul fenomeno della desertificazione bancaria, sociale ed economica, con un focus particolare sul Mezzogiorno.
Tra gli interventi istituzionali, gli Onorevoli Tiziana Nisini e Marco Simiani hanno evidenziato la necessità di un equilibrio tra efficienza economica e responsabilità sociale.
In particolare, l’On. Nisini ha posto il tema del presidio bancario come servizio pubblico essenziale e ha proposto che una parte del bilancio degli istituti venga destinata a mantenere sportelli attivi nelle aree interne e meno servite. Ha inoltre sottolineato l’urgenza di interventi normativi per contrastare gli effetti sociali negativi della digitalizzazione.
L’On. Simiani, dal canto suo, ha ribadito l’importanza di rimettere il lavoro e il cittadino al centro delle politiche economiche, in un sistema oggi troppo sbilanciato sul versante finanziario.
I sindaci Antonio Fani e Roberto Pertichini, rispettivamente di Castel San Niccolò e di Montemignaio, hanno portato testimonianze dirette dalle comunità locali.
I due amministratori sono stati protagonisti di una lettera comune inviata ai vertici istituzionali e bancari, nella quale denunciano con forza la progressiva scomparsa di sportelli nelle aree interne, aggravando ulteriormente lo spopolamento e l’isolamento delle comunità montane.
Giulio Caselli, responsabile regionale ADUSBEF, ha messo in luce le difficoltà quotidiane incontrate soprattutto dalle persone anziane, sottolineando l’insufficienza di una gestione interamente digitale dei servizi.
Marco Randellini, Segretario Generale della Camera di Commercio di Arezzo-Siena, ha ricordato l’importanza della presenza fisica degli sportelli non solo per l’accesso al credito, ma anche come presidio contro l’usura.
Giampaolo Caglianone Responsabile UNISIN Monte dei Paschi di Siena, ha illustrato come gli organi di vigilanza abbiano imposto la chiusura di un terzo degli sportelli Monte dei Paschi per affrontare le difficoltà della Banca.
Massimiliano Lanzini, Segretario Nazionale UNISIN, ha infine riflettuto sull’impatto crescente dell’intelligenza artificiale nei processi bancari, portando l’esempio del gruppo Intesa Sanpaolo.
L’incontro ha rappresentato un momento di confronto concreto e costruttivo, volto a promuovere una riflessione più ampia su come coniugare l’innovazione tecnologica con il diritto all’accesso equo e universale ai servizi bancari, in un’ottica di inclusione sociale, presidio territoriale e coesione economica. Tra le iniziative maggiormente condivise è stata quella di un tavolo concertativo a livello dei vari territori che coinvolga la politica, le istituzioni, le amministrazioni locali, le rappresentanze datoriali e dei lavoratori, i consumatori, Abi e Banca d’Italia.
L’incontro si è chiuso con una riflessione profonda e partecipata, anche grazie alla lettura proposta dalla parte sindacale, che ha sollevato interrogativi sul senso del progresso e della tecnologia nel mondo bancario: l’innovazione è una conquista, ma non può diventare un’arma di esclusione.
Il rischio è che la spinta alla digitalizzazione, se non accompagnata da presidi umani e da una visione etica, possa generare una desertificazione non solo bancaria, ma anche relazionale, sociale e culturale.
Le banche del futuro non possono essere semplici erogatrici automatiche di servizi, ma devono restare istituzioni di fiducia, capaci di ascolto, valutazione e accompagnamento.
Per questo è fondamentale che la tecnologia sia al servizio delle persone e non il contrario. Solo così sarà possibile costruire un modello bancario realmente sostenibile, inclusivo e rispettoso dei territori e delle comunità.
La Segreteria Regionale Toscana UNISIN